Se prendiamo la definizione odierna della parola democrazia, da qualsiasi vocabolario della lingua italiana, si evince che la democrazia è una “Forma di governo basata sulla partecipazione di cittadini uguali, in cui il potere è esercitato dallo stesso popolo per mezzo di rappresentati liberamente eletti”. L’origine della parola democrazia deriva dal greco: “demokratia” composto di “demos” popolo e “kratos” potere, potere del popolo.
Ma chi è questo popolo?
Demos in realtà si riferisce alla “gente comune\”, ovvero persone con poca o nessuna indipendenza economica, senza istruzione, e senza conoscenza della politica. Infatti, il filosofo greco Platone, vedeva la democrazia non come governo del popolo, ma come il governo dei poveri e degli ignoranti contro i ricchi e gli istruiti.
L’origine della democrazia nell’umanità si fa risalire alla fine del sesto secolo e si dice che i greci siano gli “inventori” della democrazia. Una ricerca ci dimostra che in natura la democrazia esiste da sempre, per la maggior parte delle società animali infatti, è meglio affidarsi al gruppo e decidere democraticamente cosa fare piuttosto che seguire il capo. In alcune specie, come i gorilla, i babbuini e gli elefanti, è stato verificato che la direzione o il momento dello spostamento, o altri tipi di decisione, sono prese solo quando la maggioranza è d’accordo, non quando il capo si alza e si avvia.
In questo difficile momento storico, dove tutti noi ci troviamo a dover affrontare quotidianamente una a dir poco complicata crisi finanziaria, economica e sociale, i nostri ideali e la nostra considerazione della democrazia viene un po’ a vacillare. Sento troppe volte dire che la democrazia ha fallito, che abbiamo bisogno di nuove forme di democrazia, che il web favorisce nuove forme di democrazia, etc.. Voglio ricordare Gianroberto Casaleggio, fondatore del Movimento Cinque Stelle, il quale sosteneva: “se introduciamo la democrazia diretta non abbiamo bisogno di partiti: su base egualitaria decidi qualunque cosa, sia a livello locale sia a livello nazionale”. Personalmente mi trovo soltanto in parte d’accordo con tali principi che oggi il M5S dice di perseguire. Ad esempio io credo che i partiti siano un fondamentale luogo di espressione ed allo stesso tempo di garanzia della democrazia. L’articolo 49 della nostra Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, se vengono a mancare i Partiti di conseguenza viene meno il diritto di associarsi liberamente in partiti e quindi la possibilità di partecipare democraticamente alla politica nazionale.
Prima di parlare però delle forme della democrazia (diretta, indiretta, etc.) chiediamoci: la democrazia è davvero una forma di governo, oppure è una più elevata forma di cultura?
Secondo il mio modestissimo parere la democrazia è semplicemente il rapporto fra libertà e giustizia. Soltanto misurando la libertà di un popolo e la giustizia, intesa come il grado di legalità di un popolo, si può stabilire il grado di democrazia di un popolo o di una nazione. Se ci soffermiamo un attimo a pensarci, è facilmente intuibile come tale binomio è fortemente collegato al grado/livello culturale di ogni singolo individuo. Quindi prima di tutto credo sia necessario un grande investimento nella cultura delle persone. Lo stato dovrebbe garantire a tutti noi non tanto il diritto allo studio, ma bensì il diritto alla conoscenza, dove lo studio è una forma di acquisizione della conoscenza.
Un popolo senza conoscenza non può essere libero e tanto meno democratico.
Permettetemi infine di rinnovare da questo congresso la mia ferma vicinanza e solidarietà a tutti quei popoli che ancora oggi sono oppressi dalla dittatura ed allo stesso la mia e la nostra determinazione a lavorare per un mondo dove la libertà regni sorretta dalla legge sicura e giusta nel compimento della piena democrazia per tutti e per ciascuno.
Concludendo mi piacerebbe ricordare e leggervi un estratto del discorso che il Presidente Sandro Pertini fece a Brindisi in occasione del pranzo in onore del Presidente degli Stati Uniti e della signora Carter, Roma 20 giugno 1980.
[…] Non posso non ricordare a me stesso il nobile messaggio che Franklin Delano Roosevelt indirizzò al Congresso degli Stati Uniti nell\’inverno di guerra del 1944.
La sua libertà era la medesima per la quale combattevamo noi patrioti italiani sui monti e nelle città, per la quale combattevano la Resistenza europea e le armate alleate. era una libertà completa, politica e sociale, che oggi costituisce ancora il valore fondamentale per il quali noi tuttora lottiamo. voglio qui citare due brani di quel discorso di Roosevelt che tutti dobbiamo meditare: \”Questa Repubblica ebbe le sue origini e raggiunse la sua attuale potenza sotto la protezione di alcuni diritti politici inalienabili: tra questi la libertà di parola, la libertà di stampa, la libertà di culto, il giudizio a mezzo di giuria, la garanzia contro le perquisizioni e gli arresti arbitrari. Questi erano i nostri diritti alla vita e alla libertà\”.
Ma il grande Presidente così completava il suo pensiero: \”Siamo ormai pienamente consapevoli che non può esistere nessuna libertà individuale la quale non sia accompagnata da sicurezza e indipendenza economica. Gli uomini bisognosi non sono uomini liberi, gli affamati ed i disoccupati sono il materiale con il quale si edificano le dittature. Oggi questi postulati economici sono accettati come verità evidenti per se stesse. Noi abbiamo accettato per così dire una nuova dichiarazione dei diritti del cittadino, in virtù della quale possiamo gettare nuove basi per la sicurezza e la prosperità di tutti, senza riguardo alla condizione sociale, alla razza o alla fede\”.
Questa nozione di libertà va propugnata e difesa coerentemente, anche nell\’ordine internazionale, nei rapporti con tutti i popoli, con le nazioni emergenti, con il Terzo Mondo che tanto bisogno ha dell\’aiuti delle nazioni industrializzate per risolvere alternative spesso di vita e di morte che lo sovrastano.
Daniele Cavaleiro
Intervento in occasione do Congresso del Movimento Roosevelt \”Le Forme della Democrazione\”
Roma 08 aprile 2017