L\’importanza del socialismo-liberale come ricetta opposta al neoliberismo.

Il socialismo liberale o liberalsocialismo non è semplicemente l’unione fra una corrente del pensiero socialista e le istanze più classiche del pensiero liberalista, ma è molto di più, è il miglioramento continuo delle condizioni di vita di ogni singolo individuo. Nella storia del nostro paese il Partito Liberale ed il Partito Socialista vengono sempre considerati come avversari, nessuno prima di Carlo Rosselli, aveva messo politicamente e culturalmente insieme gli aggettivi “socialista” e “liberale”. Anche per questo Carlo Rosselli è uno degli esponenti più importanti della teoria del liberal-socialismo, il quale dando una nuova lettura del socialismo, portandolo al di fuori del marxismo, scriveva: “Non vi è giorno in cui potrà dirsi realizzato. È un ideale di vita, d\’azione, immenso, sconfinato, che induce a superare di continuo la posizione acquisita conforme all\’elemento dinamico progressista dei ceti inferiori che salgono irresistibilmente\”.

Questa corrente del pensiero “socialista” è sempre stata minoritaria e sottomessa ad una sinistra massimalista di stampo marxista. L’ideologia comunista si è sempre dichiarata nemica della tradizione socialista, ed in questi ultimi anni (da tangentopoli in avanti) gli eredi di quella sinistra massimalista non hanno neanche l’onestà intellettuale di riconoscere l’ideologia liberal-socialista come l’unica vera alternativa a questa deriva neoliberista, ma continuano asinamente ad essere servitori ignoranti di un modello di sviluppo atroce e devastante come quello neoliberista di Stigler, Fridman, etc.

Dal 1983 ad oggi, l’Italia e l’Europa intera sono orfani di una vera politica liberal-socialista in grado di ridare nuova energia e linfa vitale al nostro Paese ed a tutta l’Europa. L’ultimo governo italiano che ha cercato di imprimere alla nostra politica una forte connotazione liberal-socialista è, a mio avviso, quello insediatosi a Palazzo Chigi il 4 agosto 1983 su incarico del Presidente Pertini. Nonostante alcune criticità sull’operato di Bettino Craxi, prima su tutte il suo forte autoritarismo quasi dispotico, ma anche scelte politiche poco condivisibili come ad esempio l’appoggio all’OLP di Arafat, và comunque riconosciuto che se fosse ancora in vita, egli non si sarebbe mai inchinato alle blandizie del pensiero neoliberista. Già negli anni ’80 quando i dirigenti del PCI (DS, PD, etc.) appoggiavano ed esaltavano l’austerità contro il libero mercato, Craxi accettava un’idea di libero mercato senza però dimenticare il ruolo fondamentale dello Stato.

Oggi la cultura politica di Carlo Rosselli risulta assente nel panorama politico italiano, credo però che questo vuoto vada immediatamente colmato. Questo è anche un po’ il ruolo del Movimento Roosevelt, cercare di stimolare la voglia di conoscere e divulgare l’affascinante culturale del socialismo liberare. Risvegliare questa grande ideologia è l’unico modo per combattere le devastanti politiche neoliberiste oggi ancora dilaganti, ed è anche l’unico modo per ridare al centro-sinistra un perimetro politico all’interno del quale lavorare. Essere Socialista-Liberale oggi, non significa aderire a questo o quell’atro partito/movimento politico, ma è bene altro. Significata contribuire giorno dopo giorno, anche nelle scelte e decisioni della vita di tutti i giorni, nella propria vita professionale e lavorativa, all’applicazione e divulgazione dei più semplici e banali principi del socialismo-liberale. Mettiamo al centro delle nostre decisioni, anche imprenditoriali e professionali, l’essere umano ed i suoi bisogni. Questo significa essere socialisti-liberali. Se ognuno di noi si impegna a fare questo, ben presto la società sarà contaminata di buoni esempi ed un mondo migliore sarà possibile.

A livello politico oggi non vedo nessuno schieramento politico presente nelle nostre istituzioni che abbia la chiara intenzione di creare delle politiche di chiaro stampo liberal-socialista, non credo che i nostri politici odierni abbiano ben interiorizzato l’ideologia e la cultura del socialismo liberale. Una forza politica, ho un’alleanza di forze politiche, che abbia ben appreso e fatto proprie le istanze del socialismo liberale dovrà essere in grado di lottare per ridare alla Politica il primato su qualsivoglia potere economico o tecnocratico. Questa lunga e dura battaglia potrà essere vinta soltanto attraverso la cancellazione del cosiddetto “Fiscal Compact” o “Trattato di Stabilità” (un atto criminale che riduce al minimo la possibilità di intervenire con azioni concrete di stimolo all’economia reale), la promozione e divulgazione di nuove ed aggiornate teorie economiche post-keynesiane, come ad esempio la MMT Modern Monetary Theory e la reintroduzione in Italia e nel mondo di una netta separazione fra le attività bancarie tradizionali e attività bancarie speculative o di investimento.

Nel momento in cui questo progetto politico e culturale riesca ad infiltrarsi nella testa e nella mente del popolo, allora dall’Italia potrebbe veramente partire un nuovo Risorgimento in grado di contagiare l’Italia, l’Europa intera ed oltre.

Questo evento, e la vostra presenza qui oggi, mi fan ben sperare per il futuro e soprattutto mi fa dire che le energie spese in questi anni al fianco del presidente del Movimento Roosevelt – Gioele Magaldi non sono spese invano. Sono sicuro che con l’impegno di tutti noi un mondo migliore è veramente possibile.

Daniele CAVALEIRO

Intervento in occasione dell\’evento \”Nel segno di Olof Palme, Carlo Rosselli, Thomas Sankara e contro la crisi globale della democrazia\” – Milano 03 maggio 2019

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