Dopo quattro mesi dall’accordo raggiunto sui cambiamenti climatici alla COP 21 di Parigi, esattamente il 22 aprile 2016 non ha caso la “Giornata Mondiale della Terra” (giornata dedicata alla salvaguardia della terra fin dal 1970), al palazzo di vetro dell’ONU a New York i leader di 175 paesi del mondo hanno sottoscritto l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Tale accordo vincola, nei confronti della comunità internazionale, i Paesi al contenimento dell’aumento della temperatura al di sotto dei 2°C. È chiaro a tutti come l’attuazione di quanto sottoscritto dall’Italia e da altri Paesi a livello internazionale obblighi il nostro Paese ad una grande svolta delle politiche climatiche, energetiche e di sviluppo sostenibile in senso amplio. Naturalmente questa è una grande opportunità per il nostro Paese per poter incrementare l’occupazione e lo sviluppo di una economia verde (green economy).
05
Ma cosa sta facendo l’Italia su questo fronte?
Durante la storica giornata del 22 aprile 2016, il nostro Primo Ministro – Matteo Renzi ha dichiarato: “L’Italia sarà protagonista di questo accordo storico, per i nostri figli e per i nostri nipoti”.
Durante la storica giornata del 22 aprile 2016, il nostro Primo Ministro – Matteo Renzi ha dichiarato: “L’Italia sarà protagonista di questo accordo storico, per i nostri figli e per i nostri nipoti”.
Secondo quanto riportato nel “Climate Report 2016”, elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, si segnala una forte crescita a livello mondiale gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, i quali hanno raggiunto i 286 miliardi di dollari, +5% sull’anno precedente e sei volte quelli del 2004.
Per quanto riguarda il livello nazionale e la nostra Italia, il “Climate Report 2016” ci fa notare:
- Italia nel 2015 le emissioni di gas serra sono aumentate di circa il 2,5%, circa 3 volte tanto la crescita del Pil (che ha segnato un +0,8%);
- nonostante la buona crescita registrata in passato, negli ultimi 3 anni (2013, 2014 e 2015) il contributo delle rinnovabili al consumo di energia si è fermato (dal 16,7% al 17,2%), facendo segnare una crescita media di appena +0,2% all’anno, mentre nel 2015 la quota di elettricità da fonte rinnovabile è diminuita, passando dal 43 al 38%: nel 2030.
Come se questo non bastasse, mentre nel mondo aumentano gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, nel nostro Paese le istituzioni di governo hanno invitato all’astensione durante il recente referendum sulle trivellazioni offshore.
Il Rapporto “Climate Report 2016” ci indica anche le politiche e le misure necessarie per l’attuazione dell’Accordo di Parigi:
Il Rapporto “Climate Report 2016” ci indica anche le politiche e le misure necessarie per l’attuazione dell’Accordo di Parigi:
- avviare una riforma della fiscalità in chiave ecologica introducendo una carbon tax e un processo di riallocazione degli incentivi ambientalmente dannosi senza aumentare il carico fiscale complessivo e riducendo la tassazione sulle imprese e sul lavoro;
- introdurre un sistema di carbon pricing, riconoscendo i costi effettivi dei combustibili fossili e consentendo, così, di incentivare le fonti rinnovabili senza pesare sulle bollette;
- rivedere gli strumenti a sostegno dell’efficienza energetica per favorire interventi strutturali ad alta efficacia, a cominciare dalla riqualificazione del pieno edificio, varando un piano nazionale di riqualificazione del parco edilizio pubblico;
- mettere in atto politiche efficaci e concrete per lo sviluppo di una mobilità sostenibile, dando priorità di intervento alle aree urbane
Daniele Cavaleiro
(per Cronaca Eugubina)